martedì 24 giugno 2014

STORIA DELE ARTI VISIVE: LA BAUHAUS

Contemporaneamente alle vicissitudini che si verificavano in questo periodo, in campo artistico e proprio nella Germania del dopoguerra, si affermò una nuova corrente moderna che si materializzò in una scuola chiamata “Bauhaus”.
La Bauhaus è  una scuola di arte e architettura della Germania che operò dal 1919 al 1933. Fu la corrente più influente di quello che è conosciuto come modernismo in architettura.

In particolare grazie alla nomina di direttore, nel 1919, di Walter Gropius, le arti applicate e le belle arti divennero arti autonome. Gropius infatti era favorevole ad un insegnamento progettuale basato su laboratori sia per quanto riguarda i designer che per gli artigiani.
Il Bauhaus divenne ben presto il simbolo del  progresso, quello che si sperava di ottenere, dell'unione dell'arte quindi il design e la tecnologia e quindi delle nuove macchine e dispositivi moderni. La scuola univa la semplicità del segno, la purezza che esso rappresentava con la creatività di chi produceva. Un sogno che ebbe vita breve a causa delle forti ideologie naziste di totalitarismo e massificazione popolare assoluta. Gli studenti e i propri insegnanti lavoravano inoltre a stretto contatto fra loro.

Al'inizio venne largamente sovvenzionato dalla Repubblica di Weimar. Dopo un cambio nel governo, nel 1925, la scuola si spostò a Dessau, dove venne costruita l'Università Bauhaus. La scuola venne chiusa per ordine del regime nazista nel 1933. I nazisti si erano opposti al Bauhaus per tutti gli anni '20, così come altri gruppi politici di destra. Il Bauhaus era da loro considerato come una copertura per i comunisti, soprattutto perché vi erano coinvolti molti artisti russi. Scrittori nazisti come Wilhelm Frick e Alfred Rosenberg sentivano che il Bauhaus fosse "non-tedesco", e non approvavano i suoi stili modernisti. Ad ogni modo il Bauhaus ebbe un grosso impatto sulle tendenze dell'arte e dell'architettura nell'Europa occidentale e negli Stati Uniti nei decenni a seguire, e molti artisti che vi furono coinvolti vennero esiliati dal regime nazista.

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