Anche
Sigmund Freud, padre della psicanalisi nata proprio nel Novecento, trattò
largamente il tema del sogno e dei suoi messaggi onirici. Il sogno è una delle
manifestazioni dell'inconscio, e l'inconscio è la sede di tutti quei pensieri e
desideri inaccettabili per la società: il sesso e la violenza (eros e
thanatos).
L'individuo,
che per dirla in modo aristotelico, è un “animale sociale”, viene istruito e
formato dalla società a rigettare e a provare vergogna, fin da piccolo, per
quelli che sono istinti naturali di ogni essere umano, ovvero il desiderio
sessuale, che deve imparare a contenere.
Tuttavia,
anche se tali impulsi si possono controllare di giorno, è nella notte, durante
il sonno/sogno, quando le difese del conscio si abbassano, che il subconscio
prende il sopravvento.
Il sogno
può essere sia esplicito e chiaro, sia censurato.
La censura
onirica è una funzione psichica che si frappone tra il sistema inconscio e
quello conscio, intervenendo nell'accordare le due parti. Da una parte soddisfa
i desideri inconsci, dall'altra li mantiene mascherati, in modo che risultino
accettabili.
Quindi, il
sogno censurato sarà ricco di simboli, non necessariamente riconosciuti dal
sognatore, perchè essi appartengono, osserva Freud, ad una comunità simbolica
che oltrepassa la stessa comunità linguistica. Vi sono simboli comuni a
contesti culturali diversi: il re e la regina rappresentano sempre i genitori,
le stanze le donne, le case la madre, le armi il sesso maschile, le scale
l'atto sessuale (vedi la poesia di Pascoli quando parla della casa e della
madre).
E come
disse lo stesso Freud: “Il sogno è la via regia verso l'inconscio”.
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